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Il calamaretto siciliano è una specie neritica e demersale, che vive in prossimità di fondali fangosi o sabbio-fangosi fino a 350 metri di profondità, anche se solitamente è comune tra 20 e 200 metri. Tuttavia, nelle acque italiane, come appunto nella parte siciliana del Mar Mediterraneo, la specie presenta densità maggiori entro i 100 metri di profondità. Compie migrazioni stagionali, principalmente riproduttive, tra le aree al largo e quelle sotto costa. Si riproduce in definitiva durante tutto l’anno, anche se in genere è possibile distinguere due diversi gruppi di riproduttori: gli individui di dimensioni più grandi migrano da alte profondità (150-200 mt.) verso acque più costiere, da marzo ad aprile, e la riproduzione avviene in genere su fondali sabbiosi; gli individui di dimensioni inferiori migrano sempre verso la costa, ma a giugno e luglio, e si riproducono successivamente. Nel periodo tardo autunnale, i calamaretti cominciano a tornare verso le acque più profonde dove trovano condizioni ambientali più favorevoli.
Il calamaretto viene intensamente catturato per tutto l’anno, in particolare con reti a strascico. In genere viene pescato su alti fondali in inverno (tra i 150 ed i 200 metri di profondità) e in acque più basse nel resto dell’anno (da 50 a 150 metri), in base proprio al periodo legato alla riproduzione. La cattura dei calamaretti è uno dei motivi principali per cui i pescatori, molto spesso, adottano fraudolentemente maglie irregolari, più piccole delle maglie stabilite con regolamento europeo; addirittura, la paura di poter perdere una porzione cospicua di calamaretti, e quindi di guadagno, è uno dei motivi principali per cui i pescatori anche attualmente avversano in maniera decisa l’adozione di maglie quadre al sacco delle reti a strascico. Va da sé che, viste le ridotte dimensioni, una parte della cattura dei calamaretti comunque ritorna in mare come scarto di pesca.
Il calamaretto (Alloteuthis media) è un mollusco cefalopode decapode appartenente alla famiglia Loliginidae, molto comune nei mari italiani e conosciuto nelle diverse regioni con nomi differenti, come ad esempio di Calamarello, Calamaricchiu, Caamà, Totano gentile, Totanino, Calamarielli, Calamaricchie, Calamarèddus, Toutinèddus, e così via. E’ una specie diffusa in tutto il Mediterraneo e nel Nord-Est Atlantico, mentre è rara nel Mare del Nord. Il corpo è allungato, a forma di cono. Due pinne strette si dipartono da metà del corpo, lateralmente sul dorso. La testa, sporgente dal mantello, racchiude due occhi in posizione laterale. Possiede quattro paia di braccia e un paio di tentacoli ricchi di ventose all’estremità. Di colore bianco trasparente, macchiato di puntini rosa-violetti. Può raggiungere una lunghezza anche di 12-14 cm, anche se comunemente si aggira intorno ai 3-7 cm. La specie si nutre essenzialmente di crostacei, piccoli pesci e molluschi.
Il calamaretto è una specie che spesso viene sottovalutata, ma che in realtà è importante a livello commerciale. La parte edibile del calamaretto, una volta tolti la sottile conchiglia interna, il becco corneo e la massa viscerale, si aggira intorno al 33-35%, sebbene le operazioni di pulitura, viste le ridotte dimensioni, siano piuttosto laboriose. Ha un sapore molto delicato, le sue carni sono molto tenere e gustose. Particolarmente apprezzato nelle fritture, ma semplicemente sensazionale per il crudo.
Grassi | 1.9 g |
Proteine | 13 g |
Carboidrati | 0.9 g |
Calcio | 167 mg |
Zinco | 3.27 mg |
Ferro | 0.4 mg |
Fosforo | 195 mg |
Potassio | 157 mg |
Magnesio | 19 mg |