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Nell’antichità la cicoria era una pianta medicinale molto importante: discoride la prescriveva per fortificare lo stomaco, plinio invece come rinfrescante, galeno come “amica del fegato”. E’ solo nel medioevo che, a causa della mancanza di cibo, si iniziò ad apprezzare la cicoria anche come cibo. Si constatarono le qualità nutritive e gastronomiche, sia per gli esseri umani che per gli animali. Nel xviii secolo poi la radice essiccata si utilizzava come surrogato del caffè dalle proprietà salutari: in italia se ne faceva uso soprattutto durante le guerre napoleoniche e durante le due guerre mondiali. Ed è usato ancora oggi. Si tratta del noto caffè di prussia. In passato le foglie fresche venivano utilizzate come rinvigorente per uomini ed animali, soprattutto nei periodi di calura estiva. Una volta essiccate si somministravano sotto forma di tisane per depurare l’organismo in caso di itterizia.
E’ da un ceppo di cicoriella selvatica mediterranea selezionata nel tempo che derivano molti degli ortaggi abitualmente coltivati: la cicoria coltivata, le scarole, le indivie e le cicorie arricciate, i radicchi rossi o variegati del veneto, la catalogna, il grumolo, il pan di zucchero e quelle per la produzione di radici. La cicoria selvatica ha un apparato radicale simile a una piccola carota dal colore chiaro. Dalle radici cresce un fusto non troppo ramificato che raggiunge altezze di 30-60 centimetri. Le foglie di questa erbacea hanno forma lanceolata e abbracciano il fusto. La forma è leggermente diversa a seconda che queste siano in prossimità del fusto o della parte superiore della pianta. La fioritura della cicoria avviene da maggio a ottobre. I fiori sono di color indaco dalle dimensioni di 2-4 centimetri.
Si chiama cicoria selvatica perché è diversa dalla specie coltivata derivante da un tipo mediterraneo, da cui poi sono state selezionate e derivano le insalate indivie, le cicorie arricciate e tutte le scarole. L’unica cosa che la cicoria selvatica e la cicoria coltivata hanno conservato in comune è il sapore amaro, un po’ più intenso in quella selvatica, ed è ciò che le rende particolari e apprezzate. La cicoria selvatica ha una radice grossa a fittone, i gambi ruvidi, le foglie lunghe e frastagliate e durante la fioritura mostra dei fiorellini di azzurro intenso.
Le proprietà terapeutiche della cicoriella selvatica di campo sembrano essere infinite. Le sostanze attive contenute nella pianta sono: l’inutina, la colina, l’arginina, la cicorina, il glicoside, il levulosio, l’acido cicorico. In caso di digestione lenta e difficile, la cicoria selvatica contribuisce a dare sollievo e ad accelerare il processo digestivo, riducendo il fastidioso sintomo della pesantezza; inoltre, grazie alle proprietà lassative e diuretiche, è consigliata per i problemi di stitichezza e per aiutare i reni a svolgere al meglio la loro funzione filtrante. Per le sue proprietà antiinfiammatorie è consigliato utilizzarla in caso di tosse persistente, specialmente se accompagnata da bronchite, congestione nasale ed asma; in più le sue capacità ipoglicemizzanti la rendono utile per abbassare i livelli di glicemia nel sangue dei soggetti diabetici. Infine, essendo un ottimo tonico naturale, è utile per contrastare la comparsa di radicali liberi.
Valore energetico | 10 Kcal 44 kj |
Carboidrati | 0.7 g |
Proteine | 1.4 g |
Acqua | 93.4 g |
Grassi | 0.2 g |